Io non ho più paura. Violenza: intuire per reagire


 di Lorena Liberatore

 Il volume Io non ho più paura. Violenza: intuire per reagire a cura di Pietro Battipede (Progedit Editore),  racconta storie di donne vittime di violenza da parte del proprio uomo, ma che ad un certo punto della loro vita hanno avuto il coraggio di dire “basta” e di abbattere il silenzio. Una scelta, questa, che non conduce direttamente a una rinascita, ma che costringe prima di tutto a percorrere una via irta di prove e nuove sofferenze: parliamo della forza necessaria per allontanarsi da chi ha causato il proprio male, ma anche la forza di ricominciare una nuova vita e raccontare la propria storia, quella di persone che hanno saputo uscire da un incubo. 

 Il testo è corredato di interviste, di fax-simili di querele e ammonimenti, e persino riferimenti alla normativa vigente. Un vero e proprio manuale utile per chi voglia conoscere meglio le tematiche femminicidio e stalking o, nel caso viva in prima persona simili inferni privati, difendersi per mezzo della Legge. 

 “Questo libro nasce da un’aspettativa, purtroppo delusa dai fatti di questo Paese: che la riflessione possa essere più incisiva e più forte dell’azione e dell’emulazione. Perché questo è un Paese nel quale è facile imparare a delinquere, e si continua a delinquere; e solo di fronte ai morti, che siano uno o siano trecento, noi ci accorgiamo di “misfatti” infiniti. Questo libro vuole essere un vademecum pratico, ma che possa anche far riflettere” afferma l’editore Gino Dato, sottolineando il suo forte desiderio che Io non ho più paura possa “incidere sul costume reale”. “Spero soprattutto che a leggerlo siano gli uomini!”, conclude. 

 Tale saggio, infine, nasce dalle esperienze del dott. Battipede, incontrate quando operava nella Polizia: “mi sono capitati dei casi di femminicidio, e mi sono capitate situazione nelle quali avevo grosse difficoltà, come poliziotto, a trovare una soluzione nei confronti di quelle donne che vivevano quelle difficoltà incredibili” afferma Battipede sottolineando anche come, nonostante il supporto degli enti pubblici, “purtroppo una donna che subisce violenza è una donna sola”. 

 Niente illusioni o false credenze, quindi, perché una donna vittima di femminicidio dovrà comunque fare un proprio percorso, soprattutto individuale, come può essere quello dettato da una forza e un coraggio tali che possono venire solo dalla stessa vittima, perché giungano ad un così importante traguardo!

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