Una nuova intervista



Foto di Vito Gurrado



 Come e quando è nata l’idea di pubblicare il libro “Assonanze notturne e altri racconti”? 
 In un primissimo momento, parte di questo libro è nata dall’esigenza di scrivere: la scrittura, come la pittura, come la musica, come l’arte in generale, ha qualcosa di magico, nel senso che spesso non si comincia dall’idea di scrivere per poi pubblicare, ma dall’idea di scrivere per creare. Creare qualcosa che all’inizio non sappiamo ciò che diventerà, così come non si può definire la personalità di chi non è ancora nato. A volte si inizia da una trama narrativa vera e propria, a volte da una semplice frase, e da lì nasce tutto un mondo… Tornando ai racconti di “Assonanze”, solo tempo dopo averli scritti, e dopo averli letti per la prima volta, allora li ho preparati per una possibile pubblicazione. In seguito però sono rimasti in un cassetto, ma una cosa scritta e custodita non ha nessuna particolare utilità. Ed eccoli, restituiti alla visibilità per la quale sono stati pensati. Non ho voluto apportarvi modifiche sostanziali se non in alcune forme del linguaggio, in pochi casi tagliando alcune parti oggi per me superflue. Ho lasciato intatta la prima impressione che li creò, quella particolare ispirazione che a volte è simile a una fiammella.  

 Quali sono le tematiche trattate nel libro? 
 Ognuno dei racconti ha un intento diverso, o meglio analizza un diverso aspetto umano, o dell’interiorità: per esempio, nel racconto che dà titolo alla raccolta (“Assonanze Notturne”) mi seduceva l’idea di un personaggio femminile fuori dagli schemi, che filtra ogni emozione attraverso la musica (discreto compagno di viaggio, talvolta in cuffia, talvolta nel battito da discoteca, o attraverso un’autoradio) e preferisce seguire istintivamente la propria libertà e il proprio bisogno di libera conoscenza, piuttosto che assecondare le convenzioni sociali. Inoltre, questo volume offre una discreta varietà di generi, complice la voglia di sperimentare che spinse a scrivere. “Gli orecchini di perle”, infatti, è una storia d’amore raccontata con la leggerezza di una commedia, “Danza di luna piena”, “C’era una volta”, “La fiaba” e “Viaggio immaginifico” giocano in vario modo con le atmosfere noir del mistero (di una realtà difficile da decifrare), “Assonanze Notturne”, infine, con quelle musicali ed erotiche. Tre di questi (“C’era una volta”, “La fiaba” e “Viaggio immaginifico”) hanno come riferimento diretto lo stile delle fiabe, o meglio: partono dalle atmosfere tipiche delle fiabe per bambini per approdare alla narrazione di situazioni oniriche e inconsce che hanno molto da dire sull’essere umano. Sono sempre stata affascinata dall’interiorità, in tutte le sue sfaccettature, in tutte le sue contraddizioni e le paure. Anche per questa ragione, in queste fiabe per bambini ormai adulti, come amo definirle, non manca un insegnamento morale che talvolta strizza l’occhio a certe visioni filosofiche. 

 Nei suoi racconti c’è più fantasia o più realtà? 
 Difficile a dirsi! I due aspetti si alternano a singolar tenzone. Il filo onirico, metafisico e surreale, si mescola alla realtà quotidiana in un caleidoscopio di emozioni e fraintendimenti. Ognuno si può rivedere in alcuni o in tutti i personaggi descritti, in quanto a principiare è l’essere umano e il suo essere concretamente in questo mondo. Molte donne potrebbero rivedersi in Lea, protagonista di “Assonanze Notturne”; le due protagoniste di “Viaggio immaginifico” potrebbero ricordare indirettamente Thelma e Louise della nota tradizione road movie, non è un caso però che per questo volume si parli di atmosfere on the road: infatti in quella famosa tradizione americana le storie narrate hanno necessariamente un finale tragico, in “Assonanze” no. I personaggi che si alternano non cercano di fuggire da se stessi, semmai di comprendere meglio la propria natura, e non sfidano gli dei o il destino per forzare i confini delle possibilità umane; cercano invece il piacere stesso del viaggio, inteso anche in senso metaforico, senza l’ansia di raggiungere una meta, e una libertà (ri)conquistata che è conoscenza del proprio esistere. 

 Nel libro predomina una storia d’amore in cui spiccano anche elementi erotici: si tratta di una pubblicazione per soli adulti? 
 Scontato a dirsi, malgrado il riferimento alla tradizione fiabesca, il volume non appartiene alla letteratura per l’infanzia, è evidente dalla copertina come dai brevi estratti su Internet. A parte questo, e rispondendo più precisamente alla domanda: “Assonanze notturne e altri racconti” si rivolge a un pubblico abbastanza eterogeneo anche perché la presenza erotica non cade mai nel volgare o in forme sessualmente troppo esplicite, non a caso si parla di atmosfere erotiche e solo per il racconto che dà titolo al volume; da questo punto di vista, rispetto le mode odierne che regolano il riferimento all’erotismo, il testo è palesemente controcorrente. Quella che viene descritta è una raffinata sensualità, segnata da un amore per la vita a suo modo bohémien. Inoltre, non è casuale neanche che i generi proposti spaziano dalla commedia alle atmosfere tipiche della fiaba, da quelle dell’on the road all’erotico, insieme a ispirazioni all’horror, al surrealismo, alla musica. Questa, infine, accompagna tutta la lettura con riferimenti quasi costanti, persino in note a pié di pagina. È un testo molto versatile, quindi, perché stratificato: per esempio, chi non è interessato ai riferimenti filosofici che caratterizzano racconti come “C’era una volta”, si focalizzerà solo sulla trama di volta in volta proposta. In ogni caso ognuno potrà, in base alle proprie attitudini, definire un diverso approccio. 

 “Assonanze notturne e altri racconti” è uscito a inizio aprile 2018, pochissimi giorni prima è uscito un altro suo libro edito dalla stessa casa editrice. Cos’hanno in comune le due pubblicazioni? 
 A inizio marzo è uscito “ControCorrente. Tra storia e stile”: un testo teatrale liberamente ispirato, come suggerisce il sottotitolo in copertina, alla vita della nota stilista Coco Chanel. Questo volume è figlio di uno spettacolo a cui avevo a lungo lavorato; ha un approccio semplice e diretto ed è strutturato in maniera fluida, come se la narrazione della vita della nota stilista fosse attuata dalla stessa Gabrielle (Coco Chanel). Il risultato non è il classico testo per teatro indirizzato solamente agli addetti ai lavori, ma aspira ad avere la stessa dignità e un simile approccio di lettura di un testo narrativo. Inoltre, in comune con i racconti di “Assonanze” ha una sorta di fil rouge che invita il lettore a lottare per realizzarsi e non arrendersi davanti le avversità. Dice una famosa frase di Coco Chanel, riportata in “ControCorrente”: “Se sei nato senz’ali, non fare mai nulla per impedire loro di crescere”. Quello che in “Assonanze notturne e altri racconti” è reso ancora più esplicito sono i propositi d’azione che muovono i personaggi con un’energia paragonabile alle forze telluriche. 

 Scrive molto? In quali generi letterari si è cimentata? 
 Scrivo saggi, testi teatrali, poesie e narrativa. Sono autrice de “Il Salento metafisico di Carmelo Bene” (FaLvision) vincitore della XXIX edizione del Premio Internazionale di Letteratura e Poesia Nuove Lettere 2013, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Napoli, di “Deliria”, volume di poesie e soliloqui per il teatro (FaLvision), “Iluzie”, testo teatrale dal sapore fantasy (FaLvision), “ControCorrente. Tra storia e stile”, spettacolo liberamente ispirato alla vita di Coco Chanel (Messaggi Edizioni) e, l’ultimo arrivato, “Assonanze Notturne e altri racconti” (Messaggi Edizioni). 

 Il teatro è presente nella sua vita come nei suoi testi, tanto da mostrarsi in qualche modo persino in “Assonanze“. A cosa si deve questo interesse? 
 Il teatro compare anche nei racconti quando la semplice narrazione sembra non bastare, in ogni caso amo mescolare i piani e sperimentare, perché ho molte passioni: allo stesso modo in cui amo la scrittura, amo il teatro, la poesia, la musica… Nel tempo libero mi interesso persino di arti figurative. Questo tipo di attenzione così eterogenea la si può dedurre anche dal mio percorso di studi. Tornando al teatro, è uno dei primi ambiti su cui, giovanissima, ho concentrato la mia attenzione: ho sempre desiderato scriverlo, inscenare un’opera o semplicemente recensirla. Teatro e scrittura talvolta coincidono, perché entrambi fanno parte di me. 

 Quali sono per lei le condizioni ambientali e i momenti ideali per scrivere? 
 Per scrivere è sufficiente una stanza, il mio computer e la solitudine. Spesso scrivo accompagnata dal jazz, jazz-fusion, o rock. Anche quest’ultimo è un aspetto di me, infatti, come ho già detto tra i miei interessi c’è anche la musica, che vivo non solo da spettatore ma attivamente nel tempo libero, sperimentandola nel canto. Tornando alla scrittura, i momenti ideali per scrivere sono spesso i pomeriggi autunnali o invernali, magari quelli piovosi o uggiosi, come definiva le giornate Mogol in una celebre canzone. Durante la bella stagione, invece, mi sono ritrovata spesso e volentieri a scrivere al tavolo di un bar, soprattutto in quei piccoli bar affacciati su inaspettati scorci di paese. 

 Qual è il suo rapporto con la lettura? Quali sono le sue letture preferite? 
 Gli scrittori che ho amato di più sono i romantici, gli esistenzialisti, i simbolisti, gli autori del romanzo gotico, insieme alla narrazione fantastica dalle atmosfere gotiche di Théophile Gautier, e i testi filosofici di Gilles Deleuze, Jacques Derrida, Hannah Arendt, o le analisi socio-psicologiche di Erich Fromm; della narrativa più recente, in ambito estero apprezzo molto lo stile asciutto e giocoso di Nicole Krauss, della mia terra (la Puglia) le ambientazione magiche e fiabesche di Piero Fabris, ricche di rimandi alla tradizione; amo molto anche l’arte pittorica contemporanea, il tutto strizzando l’occhio alla cultura medievale e arcaica. 

 Ha nuovi progetti letterari per il prossimo futuro? Quali? 
 Sto scrivendo un nuovo libro, ma non svelo altro. Anticipo solo che si prevede la pubblicazione per il nuovo anno.


Pubblicato su OperaUno


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