fior… da Fiore: Tommaso Fiore letto attraverso l’antologia di Bianca Tragni e Mariangela Surico



 di Lorena Liberatore

 fior… da Fiore raccoglie accuratamente svariati estratti delle opere di Tommaso Fiore, si tratta di un interessante e pregevole lavoro di Bianca Tragni e Mariangela Surico (laureata in Lettere con una tesi, non a caso, su questo nostro grande meridionalista e attualmente impegnata nel settore
dell’editoria), edito dalla Messaggi Edizioni nel 2014, corredato da foto d’epoca e da una prefazione di Nichi Vendola. 
 La storia legata a questo lavoro è degna di nota: Bianca Tragni, autrice, docente di Storia e Filosofia, e giornalista, a lungo cercò un testo che condensasse in sé pagine scelte delle opere di Tommaso Fiore. Ma scoprì con sorpresa che tale antologia era totalmente assente, non era mai stata pubblicata… Alla fine decise con solerzia di produrla lei stessa! 
 Il risultato di questo lavoro intitolato fior… da Fiore racchiude tutta la produzione di Tommaso Fiore, dagli appunti biografici alle poetiche descrizioni del paesaggio pugliese, dai testi di critica letteraria, e dalla forte impronta filologica, ai testi d’argomento politico. 
 In un percorso che attraversa la vita, l’insegnamento (la sua attività in tale ambito fu vasta e scrupolosa, non tralasciando nessun contesto di istruzione, dalla scuola primaria a quella “superiore”, all’Università), la critica letteraria, l’impegno politico, o il rapporto con la terra di Puglia, si mette in risalto il pensiero, l’umanità e la sensibilità di questo grande scrittore e politico della nostra Italia, oggi orfana di simili menti. 
 Nato in una famiglia operaia e cresciuto “in un piccolo claustro di Altamura”, fu docente nei licei classici, insegnante di Lettere Latine presso l’Università degli Studi di Bari, Provveditore agli Studi, Meridionalista convinto di parte socialista; nel 1920 divenne sindaco di Altamura, fu incarcerato nel 1942 e poi nuovamente nel 1943 per la propaganda antifascista, collaborò con “La Rivoluzione liberale” di Piero Gobetti e con “Quarto Stato” di Pietro Nenni e Carlo Rosselli, e diresse “Il Risveglio del Mezzogiorno” radunando i più giovani intellettuali del Sud. 
 Infaticabile nella lotta contro il Fascismo, ci racconta Tommaso Fiore: «L’avvento del fascismo io ebbi la fortuna di studiarmelo dalla mia Puglia nativa, ad Altamura prima e poscia a Gallipoli». L’amore per la propria terra, per la quale si è battuto per tutta una vita, compare fin nella copertina dove, non a caso, lo sguardo mesto e riflessivo dello scrittore è rivolto verso l’immagine stilizzata della Puglia. Ha infatti lottato per le classi sociali più deboli, per le autonomie (ovvero per il potere decisionale del popolo meridionale) e il federalismo meridionalista. 
 Tutto per migliorare le condizioni di vita di quel Mezzogiorno tanto caro da essere figlio e fratello allo stesso tempo. Quel Mezzogiorno, ricco di un popolo privato della sua dignità dallo strapotere dei governi locali e logorato dalle guerre. Tale è l’umanesimo letterario di Fiore, ispirato anche dalla cultura appresa al Seminario di Conversano, e poi alla Normale di Pisa.


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