Quando l’arte è potenza fotografica: Margherita Ragno si racconta



 di Lorena Liberatore 



 Laureata in grafica e pittura presso l’Accademia di BelleArti di Bari, Margherita Ragno dal 2006 partecipa ad importanti mostre, prevalentemente in Italia e anche all’estero, tra le quali “Arte Donna”, “Paesaggi di città”, “Atelier di decorazione”, “Remind me”, “Italian Lights-ad est dall’Adriatico al Danubio” in Slovacchia, curata dal critico d’arte Lia Di Venere, “Settembre in arte”, “GAP-giovani artisti pugliesi” e “Finalisti del premio Bluorg”, fino ad “Untitled”, la personale che la neo galleria 206 di Bari le ha dedicato nel 2018. 


 L’opera di Margherita Ragno esposta a Martina Franca con la Mostra “Andy Warhol: L’alchimista degli anni Sessanta” 



 Ma non solo! Le sue opere hanno avuto il grande onore d’essere ospitate alla Biennale di Venezia nel 2011, infatti sono state esposte presso il “Padiglione Italia” e con i migliori interpreti nazionali dell’arte contemporanea, anziché nelle altre sezioni dedicate agli artisti emergenti. Complici il talento, il destino, e il noto critico Vittorio Sgarbi che, dopo aver visitato l’Accademia barese e visto le opere della giovane cassanese, volle fermamente la sua presenza nella nota e prestigiosa mostra. 

 Inoltre, lo scorso febbraio è stata ospite del Big Factory (Bari International Gender Film Festival) con altre cinque opere. E da maggio, infine, è a Martina Franca con la Mostra “Andy Warhol: L’alchimista degli anni Sessanta” curata da Maurizio Vanni (sezione pugliese a cura di Michele La Porta), iniziata il 23 maggio e che proseguirà fino al 9 dicembre. Qui le opere di Margherita sono presenti nella sezione dedicata all’Influenza Pop. 

 Questa importante mostra dedicata al famoso artista presenta circa 140 opere originali del padre della Pop Art, in grado di ripercorrere il suo universo creativo, attraverso le icone più riconoscibili della sua arte, dalle serie dedicate a Jackie e John Kennedy a quelle consacrate al mito di Marilyn Monroe. 

 Giovanissima e talentuosa, Margherita si mostra da subito una promessa dell’arte pugliese con il suo naturalismo estremo, la tecnica d’ispirazione fotografica che cura il dettaglio con inaspettato realismo, e la semplicità prorompente che non lascia spazio alla censura. Ogni elemento si manifesta per quello che è con perizia quasi scientifica, e proprio questa analisi antropologica, distaccata e particolare, determina l’inevitabile presa d’atto d’una realtà concreta. 

 Di seguito l’intervista rilasciatami. 



 Com’è nata la tua passione per l’arte? 
 Non te lo saprei dire con precisione, perché non c’è stato un solo evento in particolare a segnare questa passione che è nata insieme a me e ha accompagnato il mio percorso da che ne ho memoria. I miei genitori per me hanno sempre desiderato un futuro lavorativamente più sicuro, per questo ho poi studiato per diventare grafico pubblicitario, anche se il mio primo e vero amore è per l’arte figurativa. 

 Arte ed erotismo. Com’è nata l’idea di rappresentare l’intimo universo femminile? Questo connubio ha un messaggio preciso per il pubblico? Quale? 
 In realtà, la connotazione erotica è stata un buon ‘escamotage’, perché facevo fatica a trovare modelle che volessero posare nude in quella forma. E poi l’aspetto erotico fa leva su tutti, anche i più pudici, quindi è un buon modo per colpire lo spettatore! In ogni caso ai miei lavori, solitamente, non affido un significato particolare, mi limito a rappresentarne la forza visiva con precisione fotografica, il resto lo fa l’immagine nel suo realismo. 

 Quali sono gli artisti a cui ti ispiri? 
 Tra i più importanti Caravaggio, è stato uno dei primi che ho amato e amo tuttora, e poi Egon Schiele (che in molti hanno citato osservando le mie opere), Jenny Saville, ma in modo molto più concreto i Fiamminghi e diversi artisti della fotografia. Infatti, quando lavoro cerco di raggiungere quello stato di perfezione tra luce e incarnato, e do priorità alla tecnica, che è l’aspetto più importante da curare. Tutto il resto è secondario per me. 

 Fai parte della Mostra “Andy Warhol: L’alchimista degli anni Sessanta” curata da Maurizio Vanni, iniziata il 23 maggio e che terminerà il 9 dicembre (sezione dedicata all’Influenza Pop). A febbraio, invece hai partecipato al Bari International Gender Film Festival. Parlaci di queste esperienze. 
 La mostra su Andy Warhol è una bellissima opportunità, anche se non so se posso definirmi un’artista pop [ride scherzando]. Si tratta di una mostra itinerante, in tre sedi distaccate e io mi trovo al Palazzo Ducale a Martina Franca, le opere esposte di Warhol sono imperdibili e perciò la consiglio a tutti, in modo particolare perché Andy Warhol non capita spesso in Puglia. Anche partecipare al Bari International Gender Film Festival è stato un onore per me, è un festival molto attivo e ricco che spazia dalla danza, al cinema, al teatro, e le tematiche trattate sono per me abbastanza care. È stata una piccola personale a Spazio 13, molto apprezzata [via de Cristoforis 8, Bari]. 

 La chiarezza fotografica delle tue opere, nella loro prorompente semplicità, annulla ogni possibilità di censura. Ciò non accade su Facebook, dove ogni forma di nudo viene censurato da un algoritmo. Cosa pensi quando, proprio su Facebook, vedi la censura al sesso femminile nei tuoi lavori?  
 [Ride] È una cosa davvero triste! Ma mi fa ridere il fatto che su quel social ho postato anche raffigurazioni più ‘spinte’… ma quelle stranamente non hanno avuto censura, non so perché, semplici nudi invece sì! Alla fine è solo arte, e tutte le immagini sul social sono prevalentemente disegni a matita. Per me la volgarità è altro! Leggevo giorni fa, che Sgarbi propone di assumere storici dell’arte su Facebook, proprio per gestire la censura ai nudi. Non sarebbe una brutta idea! 

  Stai lavorando a nuovi progetti? 
 Ho in mente nuove opere, ho intenzione di cambiare qualcosa nei lavori che faccio, di migliorare sempre più, e sto lavorando a delle illustrazioni. Altre mostre per ora non ce ne sono, non ho altro in calendario oltre “Andy Warhol: L’alchimista degli anni Sessanta” ma in futuro vorrei mettermi a confronto con nuove esperienze fuori dalla Puglia, vorrei insomma allargare gli orizzonti.


 Pubblicato su http://lobiettivonline.it/


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