La sete di perfezione


Ripubblico il post del  3 novembre che ho appena cancellato per sbaglio. Scusate! Fortunatamente negli ultimi tempi ho l'abitudine di salvare una copia dei post insieme agli eventuali commenti.  Le opinioni su questo post le trovate in un commento da me aggiunto. Mi scuso ancora per il disagio... non accadrà più :-).




La bellezza è un pregio del nostro pianeta, si manifesta in vario modo, esiste infatti la bellezza del paesaggio, quella delle forme, quella di un essere umano; ma la bellezza ha anche tanti significati, tanti aspetti, tanti modi di essere apprezzata e tanti modi di essere vista; è anche fatta d’imperfezioni e quest’ultime spesso valorizzano rendendo qualcosa unico. Oggi al primo posto nella nostra società è la bellezza esteriore, prima preoccupazione su tutte, si rincorre la perfezione ideale e si imitano a tutti i costi i modelli estetici imposti dalla televisione e lo spettacolo; da anni è aperta una danza delle velleità, a cui contribuisce anche l’ambito medico, in cui tutti vogliono cambiare perché non si piacciono, perché non si vedono perfetti e uguali ai modelli di moda. Chi ha imposto questi modelli? È davvero così inaccettabile essere diversi da qualcosa o qualcuno? Un bel corpo, un bell’aspetto è solo un bel dono che la natura casualmente ci dà ma che non ha quasi mai a che fare con la nostra essenza, la nostra interiorità, i nostri valori…. La nostra anima. Giusto è celebrare la bellezza, ma non bisogna per questo costruirsi un’immagine standardizzata di perfezione e/o trasformarsi in essa. La corsa alla perfezione che oggi sta ‘clonando’ tanti automi ha a che fare con un problema che sta a monte rispetto la questione della ‘bellezza’ in sé. L’uomo (inteso come essere umano) non è mai stato in grado di vedere, senza ostacoli, oltre l’esteriorità (fin dai tempi antichi l’arte figurativa ha rappresentato l’interiorità e i valori individuali attraverso l’esteriorità e principalmente con la bellezza di un corpo), per percepire l’impalpabile ha bisogno di ‘toccare’ o vedere, ma soprattutto l’uomo oggi nonostante il progresso sociale non solo non accetta ciò che è diverso da sé o non coincide col proprio gusto o quello imposto dai modelli, ma evitandolo vorrebbe inconsciamente cancellarlo; l’uomo inoltre cerca di sconfiggere una debolezza interiore attraverso l’apparire perché se non ha continue conferme e non è accettato e apprezzato da tutti si sente escluso.
Inoltre la corsa alla perfezione e il rifiuto del suo opposto non sono radicati, oramai, solo nell’ambito estetico ma si sono estesi su ogni aspetto di vita. Nella nostra società spesso il basso, il grasso, il vecchio, il disabile, sono alcuni aspetti del lato considerato ‘imperfetto’ e quindi ‘sbagliato’ del mondo. Si percepisce la realtà per esclusione, ovvero creando un insieme in cui inscrivere le cose ‘giuste’, ‘perfette’, piacevoli al nostro vedere e concepire la realtà, escludendo i loro opposti. Ed è assolutamente sbagliato e inaccettabile escludere le varie diversità o “imperfezioni” (morali, fisiche, individuali, di pensiero, di razza) che caratterizzano e rendono unico il mondo. Solo chi non è interiormente cieco è in grado di vedere la vera bellezza, apprezzandola in tutte le diversità.
È una società malata quella se si accanisce a esorcizzare ‘l’imperfetto’. Siamo allora sicuri che proprio il diverso, l’escluso della situazione non sia l’elemento più sano di questa nostra catena esistenziale? In un post molto interessante che ho letto qualche tempo fa è scritto “la disabilità peggiore è quella che non si vede” (e infatti anche la disabilità rientra nelle diversità spesso non accettate di cui parlo), per questo io a mia volta dico che l’imperfezione peggiore è quella che non si vede!


Vi lascio il link al post appena citato perché si adatta benissimo a quello che ho scritto.


Comments

3 commenti:

GianLuca said...

Quanto hai ragione.
Ho conosciuto persone normalissime secondo lo "standard" odierno che si sono rivelate essere completamente in preda ai "demoni".
La pazzia, intesa come mancanza di rispetto per il prossimo, totale ignoranza delle più elementari regole di buon senso,assenza di pietà e affetto é molto ma moooolto più diffusa di quanto si creda... e questi sarebbero i "normali"..
Aiuto!
November 3, 2009 7:47 PM

Andrea said...

"Tutto quello che non è leggermente deforme è qualcosa di insensibile... l'irregolarità è il segno caratteristico della bellezza.» Charles Baudelaire
November 3, 2009 8:00 PM

Blindsight said...

da 49 anni mi dicono "che bella!", ma quando faccio notare che il cane non è vestito da templare per un party bensì è un cane guida, che il mio non è un ombrello hi-tech ma un bastone bianco per orientarmi e che gli occhiali scuri coprono il vuoto della mia cecità allora mi dicono tutti "ma non si vede!".. la disabile, l'imperfetta, la diversa, l'handicappata, l'invalida ecc. poi sarei io?? l'inivisibilità della mia disabilità è l'esempio lampante di ciò che dici e che condivido.
la "perfezione" di qualcuno la si misura da ciò che trasmette, insegna o esprime non da ciò che fa vedere, altrimenti io per i razzisti chiusi nei loro canoni per come sono fuori potrei anche guidare un'auto, o no?? ad un amico che continuava a dirmi "ma per me sei normale, sei cos' bella" gli dissi "allora fammi guidare la tua auto" non l'ho più sentito.
"la bellezza non esiste, inseguila e sparisce" e. dickinson (un'altra che ha fatto una bella fine ;) ciao un abbraccio, laura
November 3, 2009 8:50 PM
Laura Raffaeli said…
ciao lorena, mi sembra molto meglio così, sicuramente più accessibile di prima, grazie sei un tesoro e scusa se non ti ho risposto per posta.. mi sono tuffata qui per provare ;) bacione laura