ILUZIE
Ecco a voi ILUZIE: un testo teatrale dal sapore fantasy e musicale, un testo sperimentale che gioca con la comicità e i generi letterari, il tutto mescolato ad atmosfere musicali rock e cinema. Il protagonista è un uomo che ha da poco superato il suo trentottesimo compleanno, la sua vita si svolge tutta in virtù di un lavoro alienante in un ufficio ma non sa che sta per vivere un viaggio al limite della realtà, o forse tra follia e immaginazione!
"Viaggiare in se stessi e pensare e ripensarsi per essere fedeli al proprio sogno" potrebbe essere il sottotitolo dell'opera teatrale di Lorena Liberatore. Un percorso oltre i muri reali e trasparenti, oltre le barriere mentali, un tuffo oltre il 'Paese' in piena involuzione, ove il vero dittatore è la 'democraticissima' globalizzazione del mercato. Iluzie sembra inserito in un processo alchemico, protagonista di un fantastico ciclo di nascite e rinascite ricco di buone intenzioni, di fatto è espressione della "masnada di giovane energia" alla ricerca di "sogni smarriti", difficili da setacciare tra rivoli d'aridità che finiscono col portare fin nel profondo inferno. Iluzie è coinvolto in un viaggio goethiano o, più semplicemente, si trova nel La prigione della libertà, tanto per richiamare uno dei titoli dei testi di Michael Ende, meglio conosciuto per l'opera La storia infinita. Dove, invece, Bastian o Atreyu sono iniziati a un mondo che ridà colore e senso alla vita e al regno di Fantasia, Iluzie è in Fuga dalla libertà, così come avrebbe detto Erich Fromm? Egli è figlio di un sogno di prosperità e serenità, di gente che lascia la propria nazione (la Romania) nell'idea di approdare in un paese prospero, dove le possibilità lavorative sono tante. Il protagonista è il prodotto, la cifra/simbolo di quanti hanno compiuto un viaggio nell'ignoto, nel miraggio e nell'illusione di aver lasciato alle spalle le erbe amare per giungere in una terra di luna mielata, dove scorrono fiumi di buon latte tra siepi di erbe aromatiche, magari con qualche pizzico di peperoncino, tanto per offrire alle facili 'realizzazioni libere' quel tocco piccante che fa la differenza, e invece si ritrova a sopravvivere in una realtà sommersa che ha di fatto evirato la propria cultura o civiltà urbana, anzi, tanto per usare un termine più caro oggi, metropolitana. [...]
Tratto dalla Prefazione al volume.
Di seguito il link della pagina facebook dedicata al volume:
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