Superfici materiche ed energia creativa. L’arte di Vito Gurrado


di Lorena Liberatore

 Vito Gurrado è un artista eclettico, le sue produzioni spaziano dalla pittura alla pittorscultura, dalla scultura alla produzione di gioielli, dal design per interni all’arte digitale, fino alla moda. 

 Classe 1979, dal 1993 ottiene riconoscimenti, nazionali ed internazionali, le sue opere fanno parte di importanti collezioni reali/private e musei, e molte sono giunte in Paesi esteri come Svizzera, Francia, Ungheria o Germania. Parlerò qui di tre dei generi appena citati: scultura, pittura e pittoscultura. 

 Il secondo e il terzo genere risentono dell’influenza della tradizione artistica contemporanea, quella legata alle avanguardie novecentesche, in particolare è preponderante l’influenza del Futurismo e dell’Espressionismo insieme a una rabbiosa grinta da fauvista. Nella scultura forte è l’attrazione verso l’arte arcaica, con svariati riferimenti alla cultura mesopotamica. 

 In quest’ultimo caso una voluta incompletezza (di alcuni lineamenti o talvolta di talune forme) ovverosia una superficie ancora scabra, spesso non rifinita, conferisce all’opera un effetto anacronistico: essa sembra non appartenere alla nostra epoca ma a un tempo remoto attraverso il quale il passare dei secoli ha impoverito e corroso alcune sue parti, se non tutte (l’origine di tale tecnica risiede soprattutto in una scelta oculata dei materiali). 

 Pittura, scultura, forma, si elevano a costante materica in simbiosi col pensiero e col subconscio. Inoltre, forte è il fascino che l’artista subisce dall’astronomia e dalla bellezza del nostro universo, che racchiude micro e macro-cosmi suscettibili al sapere di svariate discipline. 

 Ne è un esempio Il richiamo (pittoscultura – cm 122 x 61 – 2009) e Ritratto Mossa (tecnica mista su tela – cm 100 x 70 – 2015). In quest’ultimo il contrasto tra colori caldi e freddi lascia pieno spazio al rosso del globo centrale; il risultato è caldo e dinamico, gli occhi del poeta Leonardo Mossa, in primissimo piano a sinistra, si mostrano vivi allo spettatore e risentono di un attento studio della fotografia, mentre attorno al protagonista ogni singola linea ed elemento sembrano in movimento sotto la spinta di venti e forze centrifughe (aspetti basilari dello stesso stile di Gurrado insieme all’uso di un colore denso e corposo, steso per larghe campiture). A completare quest’opera la citazione/trascrizione di una poesia di Mossa in inglese (The Supreme armony). 

 Lo scibile umano si condensa nel mistero del creato e riflette il suo (eco)sistema. Questa stessa fascinazione conferisce potere alla materia, che da stato informe e caos crea la forma stessa (la vita). Talvolta si tradisce un sentimento di paura nei confronti d’una sorta di processo inverso che in qualche modo porti a regredire: una distruzione/autodistruzione che sa anche di giudizio divino, nei confronti del quale l’essere umano è del tutto impotente. Non a caso l’oblio, come l’annullamento nichilistico o l’oscurità sembrano manifestarsi in Percezioni (pittoscultura – cm 55 x 31 – 1995) in cui un volto terrorizzato e consumato (o meglio deformato) emerge da una sorta di magma infernale, pochi istanti prima d’esserne inghiottito.

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