Consapevolezza (Area) [di Lorena Liberatore]






Ecco ciò che io considero Buona Musica: l’album Arbeit Macht Frei degli Area ha l'impeto strumentale, la contaminazione sul piano musicale, e l'impegno umano e politico sul piano ideologico. L'album varia dal free jazz al rock, dai motivi orientaleggianti al folk mediterraneo. A contribuire alla riconoscibilità artistica degli Area è senza dubbio la presenza di Demetrio Stratos (morto prematuramente di leucemia a 34 anni il 13 giugno 1979), una delle voci più interessanti e tecnicamente progredite del panorama italiano. Le interpretazioni di Demetrio sono caratterizzate da un'estensione vocale invidiabile e da un'emissione altrettanto potente. In questo album il suo studio sulla voce non è che agli inizi e già non ha né paragoni né precedenti. 
Arbeit Macht Frei, pubblicato nel 1973, difficilmente lo si può attribuire al “passato” poiché è ancora straordinariamente innovativo, sia dal punto di vista musicale, sia ideologico; nulla appare invecchiato di un giorno, a partire dalla copertina dadaista con il pupazzo inchiavardato con un lucchetto, all’immagine interna dove i cinque componenti del gruppo giacciono l’uno accanto all’altro vicino il logo dei campi di concentramento nazisti, ma anche vicino alla falce e martello della tradizione comunista, e all’immaginetta con l’angelo in volo dell’iconografia cattolica (mentre Giulio Capiozzo, percussionista, porta attorno al volto la kefiah palestinese). 
Arbeit Macht Frei paragonato alla nostra musica "contemporanea", così standardizzata, sterile, spesso vuota e uguale a se stessa, desta enorme sorpresa in un ascoltatore a digiuno di progressive e costringe ad un “nuovo” risveglio musicale. 
Il mio brano preferito in quest’album è Consapevolezza, ecco il testo. È inutile sprecare altre parole, la musica parla da sé. Buon Ascolto!



Consapevolezza

Se un giorno vorrai
il tuo cervello
Tu farai quello che già sai:
sciogli i capelli, sali insieme a me,
Viaggia nel cielo tra luci di sole,
Cavi d'acciaio che danzano muti,
Lascia partire il tuo ascensore.
Tu allora vedrai
tutta la squallida realtà
di un tabù che l'umanità
ha sempre vissuto senza libertà
tutto l'amore ridotto nel nulla
riposa vecchio tra mostri di muffa
Lascia partire il tuo ascensore.
Schiaccia sul muro senza pietà
La tua morale che ti vuole ancora
imprigionato tra mediocrità
Lascia partire il tuo ascensore
Lascialo andare e prendi il potere.

(Frankenstein, alias Gianni Sassi)

Comments

Laura Raffaeli said…
questo blog mi piace più di myspace, che ancora non ha i captcha audio come qui: mi piace molto il tuo blog, anche questa poesia, me la sono letta e riletta con la sintesi ad alto volume, perché non mi aspettavo una poesia con l'ascensore e un blog con atlantide, bello per me vuol dire molto, ciao a presto, laura (ti metto tra i links preferiti del mio blog)