Scandendo i giorni





Quando si è cominciato a parlare di guerra, ormai più di due mesi fa, avvertivo da alcuni, e anche a ragione, il bisogno di evitare l'argomento, di fuggirne, da altri una sorta d'arresa, quasi un'anticipata accettazione, come se mentalmente fossimo preparati. 
Sono questi aspetti, queste situazioni che spesso attirano la mia attenzione, non guardo a quelli che si sono subito sentiti colpiti, ma a quelli del "che mi importa?", "tanto il problema è lì, non qui dove ci sono io", del "tanto le profezie l'avevano detto". Una forma di difesa? Per alcuni sì. Mi piace, lo ammetto, osservare questo modo di fare, forse perché la mia mente non l'accetta. E non perché pensi che interessandoci, pubblicando post o manifestando, possiamo cambiare le cose, anzi. 
Penso che siamo totalmente impotenti in questo caso, poiché credo che tutto quello che sta accadendo sia già stato definito da molto tempo. 
Ma penso anche che lo stesso disinteresse di alcuni è sintomo di una freddezza interiore altrettanto pericolosa, perché siamo impotenti, vero, ma voltare le spalle è essere complici. A volte è qualcosa anche la semplice solidarietà. E indignarsi quando possibile o ribellarsi, forse un po' alla maniera dei bambini, è segno che siamo ancora umani. 
Non sto dando soluzioni, ricette da applicare, perché non ne ho, non sono un esperto, non ho competenza in tattiche difensive, guerre o simili. 
La mia impressione, il mio parere da normalissima persona (di cui non fregherà niente a molti, come è giusto che sia!) è che i "potenti" e persino alcuni nostri politici ci stiano portando proprio verso ciò che non vorremmo. Siamo nostro malgrado, tutti, coinvolti in giochi di potere che non comprendiamo, non ci appartengono. 
Non penso che armare l'Ucraina porti beneficio, in ogni caso, sono consapevole che equivale a prendere una posizione… Stiamo scivolando oltre un punto di non ritorno, ci siamo già. E sono pienamente consapevole che in dinamiche simili una qualsiasi presa di posizione (comunque inevitabile) determina conseguenze di qualche tipo, per un mero rapporto di causa-effetto. In passato guerre più lontane sono state guardate con ipocrisia? Certamente, la possibilità di una guerra mondiale ora fa tremare i polsi a molti. Coinvolge tutti che lo si voglia o no, anche solo in termini di conseguenze economiche. 
Ma in ogni guerra il vero vincitore è il profitto privato di chi ha un potere, a discapito della dignità umana. Opporsi non significa giustificare dittatori o terroristi, di qualunque schieramento. Non dimentichiamo che la guerra dopo l'ultimo conflitto mondiale è stata vietata dalla Carta delle Nazioni Unite, ripudiata da molte costituzioni, compresa la nostra (lo so cosa pensate, i conflitti armati hanno continuato ad esistere…). 
Di tutto quello che sta accadendo se ne parlerà a lungo, e capiremo tante cose solo tra alcuni anni.
 

Comments