Musica: Rituale e Percezioni. 1° puntata [di Lorena Liberatore]
Gli antichi credevano che l’arte e la musica collegassero con un mondo impalpabile, invisibile ma percepibile tramite i sensi. Da sempre la musica rappresenta un linguaggio universale, tanto da essere utilizzata anche in psicologia. Per quanto riguarda l’origine dell’espressione musicale, la maggior parte delle leggende conferisce quasi sempre alla musica un’origine sovraumana, divina. Nella mitologia di moltissime popolazioni, infatti, essa è rivelata o trasmessa all’uomo da esseri soprannaturali. Perciò i suoni possono determinare il risveglio della “dimensione metafisica” che è in ciascuno di noi perché (grazie all’intensità del loro effetto di stimolazione), provocano un innegabile aumento del tono cerebrale e della dinamica del sistema nervoso. La filosofia e la pratica della musica esoterica costituiscono un retaggio antico della nostra civiltà, dove proprio i suoni assumono il ruolo di veicolo privilegiato nel ristabilire quell’armonia e quel senso di finalità della nostra coscienza.
Numerose indagini e valutazioni hanno condotto ad importanti studi, che tramite alla ricerca comparata di culture primitive, hanno portato alla teorizzazione e valorizzazione degli stati modificati di coscienza (estasi, possessione, trance), stati in cui la musica gioca un ruolo fondamentale. Un tipo d’approccio mente/corpo nasce per esempio dalla New Age.
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