La moderna società dei (dis)valori. 2° puntata [di Lorena Liberatore]



Negli anni ottanta è avvenuto un cambiamento valoriale determinato dall’avvento di una società debole: la personalità dominante si caratterizza per un narcisismo edonistico ed espressivo nel quale risaltano le virtù immateriali degli oggetti, il consumo è il nuovo mezzo per produrre identità personali e solidarietà in quanto inaugura delle distinzioni non più basate sugli status sociali ma sugli stili di vita, l’uomo moderno vive alla ricerca indiscriminata del look, è all’inseguimento di un’identità fittizia da reinventare continuamente, l’uomo postmoderno ha riscoperto il corpo come strumento di comunicazione e ha ritrovato il gusto per la vita nella look-generation, nell’attenzione superficiale per l’immagine e il visibile. Quest’uomo considera il mondo un dato manipolabile il cui fine è l’autorealizzazione personale, e domina tramite il mascheramento e lo sfruttamento degli altri. Ecco una società in cui sono gli stili di vita a contare sempre di più! Ecco la società dell’uomo debole e artefatto, straordinario emblema della sconfitta di quell’oltre-uomo o superuomo di Nietzsche che doveva avere come fine l’affermazione di un suo più alto sviluppo, quello del superamento di se stesso. Nietzsche esaltava l’uomo indipendentemente dallo stato, l’uomo che riusciva ad essere se stesso nel contesto di un certo grado di cultura, era per il vivere la vita come libera espressione dell’individualità in una società non satura di norme morali e convenzioni, ma gestita da valori e ideali vitalistici sentiti, era contro quelle morali utilitaristiche e teologiche che esaltavano la rinuncia e l’impotenza e che avevano paura dell’individuo e della sua indipendenza, la sua teoria della Trasvalutazione di Tutti i Valori era un dire sì alla vita e al mondo e ad un non rinunciare ad essi. Se la società descritta da Nietzsche risultava troppo utopistica già per il 900, la nostra società è, invece, fin troppo assurda per corruzione, disvalori e degrado! Oggi il più alto sviluppo raggiunto è quello dell’eleganza, delle buone maniere, dell’egoismo del mondo sugli affari e sulla ricchezza e non quello che contribuisce a creare in noi l’artista e il filosofo, l’uomo libero nella realizzazione di se stesso, avventuriero e dominatore che non teme la vita ma la fa sua con il coraggio. Il nostro è un sistema politico, economico e sociale organizzato per garantire il ciclo produzione/consumo, siamo sistematicamente sollecitati a buttare il vecchio e sostituirlo con il nuovo, e a considerare anche gli uomini come degli oggetti.

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