Teatri orientali 1° puntata


Il teatro orientale è composto, genericamente da quello cinese, indiano e giapponese. Le origini del teatro cinese vengono fatte risalire ad antichi riti sciamanici, collegati al culto delle varie divinità e degli spiriti. Il canto e la danza che facevano parte di questi riti col tempo hanno perso molto della loro valenza religiosa ed hanno assunto sempre più la forma di veri e propri spettacoli. Il teatro cinese ha in gran parte coinciso con la cosiddetta opera cinese, che si è sviluppata in una miriade di generi diffusi nelle varie province della Cina (l’opera cinese è un genere composto da diversi modelli e stili regionali, in cui si fondono la poesia, la musica, la danza e le tecniche acrobatiche, i personaggi sono ruoli fissi che utilizzano specifiche tecniche del movimento, del gesto e della voce, oltre a costumi e trucchi caratteristici).
L’antico teatro cinese vedeva l’azione inserita in una sala rettangolare in legno con una balconata su tre lati, un’area di base era riservata agli attori e una agli spettatori e il palco era una piattaforma che si estendeva in avanti nella zona riservata al pubblico, come una passerella; in fondo al palcoscenico c’era solo una tenda dai cui lati gli attori entravano ed uscivano.
Verso la fine del XIX secolo e sotto l’influenza occidentale questo teatro ebbe una prima scenografia, ma in origine era escluso un fondale scenico piatto poiché tutta l’attenzione era concentrata sull’azione ovvero sulla “scenografia dinamica” dei costumi variopinti degli attori, così il movimento delle stoffe con i loro colori accesi era l’elemento scenico principale.

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