Un oggetto distraente in un quadro 1° puntata



Cara società, sono anni che osservo il comportamento della gente che incontro casualmente nei miei impegni giornalieri, e ogni volta quasi mi sorprendo davanti certe reazioni. Quando io (come un qualsiasi altro disabile), esco o entro dalla macchina, quando cammino (si fa per dire!) per strada con un’amica o con i miei genitori, quando attraverso la strada, quando mi fermo a guardare o a parlare con qualcuno, quando me ne sto sulla spiaggia per i fatti miei, o quando sto sotto un palco ad ascoltare un concerto…… cosa diavolo c’è da fissarmi? Porto una scritta in fronte o mi è colato il trucco? Nessuno sa che è maleducazione fissare le persone? Fossero almeno sguardi di sola curiosità, spesso negli occhi leggo solo pietà. Sono anni che vivo queste situazioni e oramai neanche ci penso più, solo mi ha fatto riflettere il giusto rimprovero che la mia amica Ahania ha fatto ad una signora mentre eravamo in un locale e decidevamo dove metterci; questa persona, che non conosco, ha espressamente interrotto il suo cammino e si è fermata a fissarmi, come fossi un elemento distraente in un quadro, e mentre io continuavo a parlare ad Ahania questa persona rimaneva lì con uno sguardo che avrebbe fatto innervosire chiunque, poi la reazione: la mia amica si volta verso la signora e dice “scusi, ma che cos’ha da guardare?”, l’osservatrice presa in flagrante si riempie di un enorme sguardo compassionevole nei miei confronti e risponde “Nulla cara!” , mi guarda ancora una volta a va via. Cari ‘osservatori impudenti’, nessuno vuole capire che un disabile non vuole compassione?! Io lancerei una ruota della mia sedia contro tutti quelli che in cambio di un saluto mi danno uno sguardo compassionevole! La mia non vuole essere maleducazione verso il prossimo, posso capire che ognuno ha i propri modi di mostrare “solidarietà “, chiamiamola così, ma piuttosto che la pietà limitatevi a salutare, offrite un aiuto a portare la borsa, se proprio volete fare i buoni samaritani, o aiutate a salire le scale, (lì ce ne vuole d’aiuto!), se no fatevi i fatti vostri, ma non regalate pietà a chi non ne vuole! Voi per primi vi assicuro che non la vorreste; e poi, se guardate tanto perché la cosa vi sconvolge, cosa ci trovate di strano in una persona che si muove su una sedia a rotelle e che la sera gira per strada con un’amica? V’immaginate il disabile sempre solo in casa?

Comments

Anonymous said…
ciao, anche io sono in sedia a rotelle e condivido al 100 per 100 il tuo pensiero e lo hai espletato in un bel modo, un saluto. mirco