Per un attimo immenso ho dimenticato il mio nome. 2° puntata [di Lorena Liberatore]
Ad infondere in Luis la voglia di ricostruire il suo passato c’è un evento determinante che fonda le radici proprio nella musica: la formazione di un quartetto. Infatti, il protagonista è innamorato di Chiara, una ragazza ricca e capricciosa, con un passato pieno di spettri e traumi psicologici, che è stata compagna di studi di Luis al conservatorio e ha sempre coltivato un sogno: suonare un’interpretazione della Grande Fuga (opera enigmatica, assoluta ed emblema della musica romantica) in maniera innovativa, dipingendo l’equilibrio precario della vita e la violenza dei sentimenti, esorcizzando gli spettri dell’anima (e, forse, dando guarigione alle menti). Chiara mette insieme un quartetto composto da: lei stessa, Luis, anima magica del gruppo, Eliseo con la sua viola, uomo meticoloso, ossessionato dalla precisione, dal voler calcolare la giusta quantità delle note senza preoccuparsi del sentimento (rappresenta l’esecuzione totalmente accademica) e dalla giovane violoncellista Giorgia, ragazza distaccata dal mondo che non riesce a provare emozioni e suona pur non comprendendo il vero linguaggio della musica. Due uomini e due donne, quattro caratteri opposti, quattro modi diversi di intendere la musica e suonarla.
In realtà il quartetto dovrebbe creare una sorta di cura per anime malate e sofferenti. Questa cura è un disperato tentativo di salvezza per Chiara: la sua maledizione è l’incapacità degenerativa di saper suonare e rappresentare appieno le proprie emozioni e i propri fantasmi.
I suoi pensieri diventano sempre più torbidi e irrappresentabili. Causa di ciò è il trauma provocato dalla morte della sorella gemella, vittima della momentanea rabbia di una madre affetta da turbe psichiche.
In realtà il quartetto dovrebbe creare una sorta di cura per anime malate e sofferenti. Questa cura è un disperato tentativo di salvezza per Chiara: la sua maledizione è l’incapacità degenerativa di saper suonare e rappresentare appieno le proprie emozioni e i propri fantasmi.
I suoi pensieri diventano sempre più torbidi e irrappresentabili. Causa di ciò è il trauma provocato dalla morte della sorella gemella, vittima della momentanea rabbia di una madre affetta da turbe psichiche.
Il percorso di Chiara è senza ritorno: raggiunge la pazzia, ma quest’ultima diventa emblema della chiaroveggenza. L’esperienza musicale dona ai quattro personaggi un contraddittorio risultato, una sorta di vaso di Pandora: Luis con il suo modo evocativo di suonare libera Eliseo dalla sua rigidità, dalla compostezza e dall’angoscia di vivere, dona a Giorgia la capacità di sentire e provare emozioni, libera Chiara da se stessa, dai suoi spettri, dalle sue paure, e permette a se stesso di tornare al suo passato. Ma tutto ciò pone contemporaneamente i personaggi a contatto con le loro follie.
Luis per fuggire alla scomparsa di Chiara (chiusa in manicomio) e alla morte di una persona cara, s’isola su di una vecchia nave da crociera dal passato glorioso e dal presente misero, la Scirocco, che appare al lettore come un'imbarcazione fantasma persa tra diverse dimensioni temporali. Ciò cui il protagonista va incontro è una momentanea morte dell’anima in una sorta di monastero mobile, perso nel tempo, atto alla riflessione in un eremitaggio consolatorio. Da lì uscirà dopo diversi percorsi immaginativi tra realtà e finzione, dove le due dimensioni s’intrecciano senza soluzione, per scoprire alla fine che il mondo reale e quello psichico o mistico non sono scissi, ma s’intrecciano come sotterranei fiumi carsici. Il caso, il destino, la magia si uniscono in una tela gnostica per mostrare che il razionale è indecifrabile e ogni volta che si ha l’impressione d'aver trovato la realtà essa sfugge e non si può che riprendere il cammino e arrotolare nuovamente il filo di una matassa.
Luis per fuggire alla scomparsa di Chiara (chiusa in manicomio) e alla morte di una persona cara, s’isola su di una vecchia nave da crociera dal passato glorioso e dal presente misero, la Scirocco, che appare al lettore come un'imbarcazione fantasma persa tra diverse dimensioni temporali. Ciò cui il protagonista va incontro è una momentanea morte dell’anima in una sorta di monastero mobile, perso nel tempo, atto alla riflessione in un eremitaggio consolatorio. Da lì uscirà dopo diversi percorsi immaginativi tra realtà e finzione, dove le due dimensioni s’intrecciano senza soluzione, per scoprire alla fine che il mondo reale e quello psichico o mistico non sono scissi, ma s’intrecciano come sotterranei fiumi carsici. Il caso, il destino, la magia si uniscono in una tela gnostica per mostrare che il razionale è indecifrabile e ogni volta che si ha l’impressione d'aver trovato la realtà essa sfugge e non si può che riprendere il cammino e arrotolare nuovamente il filo di una matassa.
Comments
Buon weekend e non studiare troppo! ;)