Un oggetto distraente in un quadro 2° puntata
Quando ho cominciato ad uscire con la mia sedia ero una bambina, persa nel mio mondo neanche me ne accorgevo di quello che mi accadeva intorno, poi ho preso a ‘vedere’, e da anni scopro persone che a costo di farsi venire il torcicollo o uno strappo muscolare, o l’artrosi cervicale, o di andare a sbattere da qualche parte, continuano a guardare, a volte, anche se mi trovo dietro di loro si voltano cinque, dieci volte. Perché? Eppure mi guardo alla specchio tutti i giorni e sono sicura di non avere le orecchie al posto degli occhi, non ho nulla di così strano da essere fissata insistentemente. No, non è quel simile comportamento che fanno i ragazzi con le donne, questa è tutt’altra situazione e non fa affatto piacere. So bene che, per fortuna, non tutti fanno così, se no al mio passaggio si creerebbero probabilmente degli incidenti stradali! Né pretendo grossi miracoli dalla società poiché questo dopotutto è un comportamento spesso usato da molti e con chiunque, si osserva qualcuno che attira l’attenzione pensando che quel vestito è orribile, che quella persona è troppo grassa o troppo magra, che quello lì cammina in modo strano, che quel ragazzo è troppo bello per uscire con quella, ecc, ecc, ecc; spesso però con i disabili gli sguardi diventano fin troppo insistenti, è come essere un oggetto messo al posto sbagliato. Questa è una provocazione che vorrebbe far riflettere chi oggi ancora sbaglia a “vedere” il “disabile”. Temo che questo comportamento sia frutto di una forma d’ignoranza a cui ancora non si riesce a rimediare, quella stessa ignoranza che, in una forma estrema, di questo periodo mi ha fatta nuovamente stupire: un amico mi regala delle campane eoliche etniche, in legno, le metto davanti la finestra della mia stanza e ben presto scopro che il loro suono ha talmente inquietato qualcuno del vicinato che gli “scaccia pensieri” o “salva sogni” sono diventati un oggetto per il malocchio! Questo è un caso estremo, ma l’ignoranza è sempre figlia di uno stesso comportamento: quello che porta a rifiutare ciò che non si conosce, l’altro da sé è sconosciuto quindi o “diverso” o peggio “sbagliato” o “malvagio”. Siamo nel 2008, per favore vediamo di cambiare questa situazione, cerchiamo di rendere più vivibile e migliore questa società e per farlo non c’è bisogno di una corsa ad abbattere le barriere, quando le peggiori barriere architettoniche sono dentro le menti di tutti. Ognuno può fare qualcosa, anche la più piccola è un passo avanti, cominciamo col realizzare che il mondo è vario, per fortuna, e che chi non ci assomiglia e non vive come noi non è “diverso”, proviamo a ripeterlo la mattina allo specchio, chissà che funzioni!
Comments
il fenomeno da baraccone in italia è ancora una delizia per gente come quella che si gira a guardarti ripetutamente, senza capire che stanno guardando l'olografica immagine di una creatura e solo il cervello e il cuore possono esaltarne la verità, la vera visione.
riguardo alle barriere mentali abbiamo cominciato l'opera di abbattimento, mi auguro ci si riesca presto, un abbraccio, laura
Pensano che scaricando sugli altri le proprie debolezze possano rimuoverle, rendendoli così più forti.
Che dire poi dell'ignoranza? Colpa della Chiesa? di Wanna Marchi? della Scuola? e chi lo sa.
Tieni duro, varrà poco ma sappi che non sei sola.
GianLuca
Un caro saluto.