Intervista a Francesca Leone, cantante jazz e insegnante di canto



 di Lorena Liberatore

 Francesca Leone (classe 1974) è cantante jazz e insegnante di canto presso la scuola di musica barese "Il Pentagramma" (presso la quale un tempo fu studentessa).
 I generi prediletti da Francesca sono jazz e Bossa Nova. Per chi non lo sa, La Bossa Nova nasce in Brasile alla fine degli anni '50, e si arricchisce delle atmosfere del samba (in particolare nella forma detta canção), con ispirazioni alla "rive gauche" francese e alla musica europea e statunitense dell'epoca, negli accordi è percepita molto simile al jazz. Uno dei suoi primi rappresentanti è Antônio Carlos Jobim.

 Di seguito un’intervista rilasciatami dall'artista, della quale è uscito da poco il nuovo disco, dal titolo “Racing against time”.

 È corretto definire la Bossa Nova come “musica brasiliana” o è meglio annoverarla nel jazz? 
 La Bossa Nova è il perfetto connubio tra l’armonia del jazz e il ritmo del samba. Quindi, è “musica brasiliana” perché nasce a Rio de Janeiro nel ’58, da giovani appassionati di jazz che, ovviamente, contaminati dalla loro tradizione, hanno ottenuto questo genere che ha qualcosa del ritmo del samba ma si avvale delle armonie, degli accordi, del jazz, e di una costruzione più poetica e colta anziché popolare, quindi fruibile, diciamo così, un po’ a tutti. 

 Possiamo dire che tu e Guido di Leone  siete le colonne portanti del Pentagramma di Bari [n.d.r Guido di Leone è musicista jazz, chitarrista, compositore, direttore, e docente di chitarra e armonia presso la stessa scuola, da lui fondata nel 1985]. Quanto si è evoluta questa scuola negli ultimi trent’anni? Cos’è cambiato da quando è stata fondata ad oggi? 
 In realtà l’unica vera colonna del Pentagramma è Guido! Guido aveva vent’anni quando l’ha fondata, c’erano soltanto due sale! Da quelle due stanze poi il progetto si è evoluto: ha cambiato sede, se non erro due volte, e ora siamo in via Giannone a Bari, con una bella sede, molto grande. Facciamo moltissime attività! Quindi, in realtà, si è evoluta grazie al suo grande amore per il jazz e per la musica in genere, e anche per la sua volontà di divulgarlo. Io, invece, sono arrivata al Pentagramma come studentessa, e poi negli anni sono diventata insegnante. Ho avuto la promozione, diciamo! [Ride

 Quanto spazio hanno oggi generi definiti di “nicchia” come il jazz nel panorama discografico Italiano? 
 Ormai, purtroppo, il panorama discografico italiano è quasi inesistente: ora si usano molto i supporti elettronici, il disco materiale che avevamo noi ragazzini degli anni ’80 non esiste più, esistono solo questi ‘file’ e la trasposizione di musica attraverso supporti multimediali. Le case discografiche non sono più quelle di una volta. Jazz e Bossa Nova sono musica di ‘nicchia’, un po’ come la musica classica, ma coloro che ne usufruiscono sono sempre persone più profonde e ‘acculturate’. Penso che quando conosci la musica, la fai o la studi, non puoi accontentarti di un brano formato soltanto da due note… è un po’ come…: vivere la vita sempre con un semplice piatto di pasta al sugo anziché godere di tutte le pietanze che la terra e il mare ti possono offrire [Ride].

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