Una cruda testimonianza



Questo blog è dedicato anche alla disabilità, in ogni sua forma, proprio per questo motivo in questo spazio virtuale, in questo sito web, sarebbe ingiusto e sconsiderato non parlare di un personaggio che diventato “disabile” ha messo a nudo la sua malattia con crudo documentarismo: Gill Rossellini, figlio adottivo del regista Roberto Rossellini. Questo personaggio morto lo scorso ottobre ha commosso e scosso il pubblico con i suoi video-diari nei quali racconta della malattia che alla fine del 2004, dopo un lungo periodo di coma nell'ospedale svedese Karolinska e una lunga serie di dolorose operazioni, lo ha costretto su una sedia a rotelle per il resto della vita e infine lo ha ucciso: Kill Gill 1, Kill Gill 2 e Kill Gill 1/ 2. Gill era affetto da stafilococco aureo, un batterio che colpisce il derma ed i tessuti molli fino a provocarne nei casi più gravi la completa distruzione e nei film citati analizza con freddezza e ironico distacco le fasi distruttive della malattia (dalla mattina dell’11 settembre in poi); una testimonianza forte, dura, sconvolgente, difficile da vedere fino in fondo, da cui emerge anche una grande passione per la vita. Il prodotto risultante è una trilogia di film che possono essere ammirati e apprezzati per la loro semplice e cruda natura di documentari sicuramente non alla portata di interesse di un pubblico vastissimo o semplicemente del pubblico medio, oppure possono essere criticati per varie e anche valide ragioni, di cui è superfluo parlarne; si tratta di un insieme di immagini piene di grande forza e coraggio, soprattutto di materiali documentari difficilmente non definibili “realistici”, tanto da sfociare nel cruento, ma ne otteniamo pur sempre, che siano condivise o meno, provocatorie e nude testimonianze di una persona un tempo “sana” e diventata disabile; ammonimenti della rifiutata e dura verità che i “disabili” cosiddetti un tempo erano persone come le altre e che quindi chiunque può diventarlo, e solo per questo motivo dovrebbero crollare tutte le forme di pregiudizio esistenti e le problematiche barriere architettoniche reali e mentali, inoltre, ogni “disabile” (soprattutto chi non ha una prestigiosa famiglia alle spalle che permetta un più che cospicuo aiuto economico e medico) va rispettato come persona dotata di diritti ed esigenze.

Comments

Laura Raffaeli said…
dopo 6 anni che non entravo in un cinema per colpa di pregiudizi altrui, sono invece andata ad ascoltare questo film alla sua presentazione al festival del cinema di roma: a me è piaciuto, naturalmente come dici tu in molti potrebbero testimoniare cose del genere se solo avessero i mezzi economici che ha avuto gil, che comunque lascia una testimonianza reale, per questo lo consiglio a tutti, ciao e buone feste, laura